Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, queste righe di Natalino Balasso. "Il Crt, secondo me, non è solo una parte della storia del Teatro a Milano e in Italia, è anche una realtà presente e resistente. Oggi si vuole togliere al Crt un luogo, che è il Teatro dell'Arte e non per darlo ad altre realtà che ne facciano in qualsiasi altro modo un luogo di Teatro. Il Teatro dell'Arte, se le cose andranno come si progetta, non sarà più Teatro.
Che la scarsa creatività domini l'attuale panorama delle scene italiane è sotto gli occhi di tutti. Che i denari caschino a fiumi laddove la calamita dell'invasione politica li attira, non è un segreto. Ma il Teatro, forse più ancora che di denari, ha bisogno di gente che ami il teatro, che lo ami veramente. Ecco perchè è interesse di tutti, non solo dei milanesi, preservare e favorire realtà come il Crt. Non entro nel merito delle questioni locali nè in quello della qualità delle produzioni, non è mio compito e per mia fortuna il destino mi ha tenuto lontano dalle fauci del magna-magna politico-teatrale, esprimo solo una sensazione: menomare una realtà che ha portato in Italia, pionieristicamente, maestri oggi venerati del teatro internazionale, che ha sostenuto e sostiene interessanti realtà contemporanee apprezzate nel mondo come (ma non solo) Emma Dante, che persegue ostinatamente una ricerca teatrale che molti sembrano avere abbandonato, equivale a cedere per l'ennesima volta le armi di fronte a un degrado culturale camuffato da premura economica".